Oggetti potenziali

Molti oggetti in bisso marino sono noti dalla letteratura. Fino a poco tempo fa, l’arazzo per Papa Leone XIII era uno di questi, che – grazie a questa homepage – è stato ora scoperto.

Ci sono fotografie di altri oggetti in pubblicazioni. Questi non sono ancora stati trovati. Sono stati distrutti dalle tarme, buttati via dagli eredi, o giacciono – ancora non riconosciuti – in qualche soffitta, o in qualche collezione di vecchi tessuti? Alcuni di essi saranno presentati qui, nella speranza che questo possa fornire indizi sulla loro storia o sul luogo in cui si trovano. Ogni suggerimento, non importa quanto piccolo, può essere importante! Si prega di segnalare a felicitas.maeder(at)muschelseide.ch Grazie!

Oggetti tramandati da fonti visive

Mantellina, fine XIX secolo, I-Taranto. I-Taranto, Istituto Sperimentale Talassografico (MS Inventar PB 1)

Etichetta: “Manufatto da Pinna nobilis L. „Mantellina di bisso, donato da Taranto a S.M. la Regina Margherita

E su per giù il medesimo intendimento avevano …. e la ricca mantellina donata alla compianta Regina Margherita.” (Mastrocinque 1928, p. 11)

… e una stupenda mantellina per la Regina Margherita” (Acquaviva 1980, p. 51)
“In occasione della visita dei Reali d’Italia, fu confezionata una mantellina data in regalo alla Regina Margherita di Savoia, di cui si conserva la fotografia.
” (Pastore 1998, Lettera a FM 18.2.98)

L’elenco dei manufatti in bisso marino di cui oggi si ha ricordo – proprio perché offerti a personaggi famosi – comprende pure una mantellina donata alla regina Margherita di Savoia, consorte di Umberto I, in occasione di una visita ufficiale a Taranto forse nel 1889. Lavorata con una tecnica chiamata a pelliccia (l’altra è detta a filo), in quanto i ciuffi di lanapinna vengono cuciti accostandoli gli uni agli altri, secondo strati successivi, della predetta mantellina oggi a Taranto si conserva la fotografia in una bacheca del C.N.R.- Istituto ambiente marino e costiero – sez. di Taranto (un tempo Istituto sperimentale talassografico).” (D’Ippolito 2004)

Frammento all’uncinetto, già Museum für Meereskunde, Berlin (MS Inventar PB 2)

Bisso marino all’uncinetto, con motivo a buchi e decorazioni di bordi semicircolari, secondo Brühl 1938 nella collezione del Museum für Meereskunde, Berlino (Brühl 1938, Fig. 501, p. 987)

Il Museum für Meereskunde MfM fu fondato nel 1900 come istituzione dell’Università di Berlino. Dopo le pesanti distruzioni della Seconda guerra mondiale, una gran parte degli oggetti espositivi conservati era in prestito dall’Università Humboldt al Museo Tedesco della Tecnologia; alcuni oggetti si trovano anche in altri luoghi o sono stati persi durante i disordini del dopoguerra.

Collare a pelliccia, XIX/XX secolo, Taranto, in Mastrocinque 1928, Tav. VI (MS Inventar PB 3)

Lavorazione del bisso a pelliccia, realizzato con barbe di fibre lunghe, su tessuto luccicante color oro

Bisso lavorato a pelliccia, XIX/XX secolo, I-Taranto, in Mastrocinque 1928 (MS Inventar PB 4).

Ciuffi di bisso lavorati a pelliccia, su tessuto a fondo rosso scuro

Manicotto a pelliccia con due ciuffi di bisso, XIX/XX secolo, I-Taranto, in Mastrocinque 1928, p 39: “Fig. 16. – Lavorazione a pelliccia – Manicotto (della N. D. Emilia Ricci vedova Ing. G. Galeone) (MS Inventar PB 5).
Manicotto e cappellino a pelliccia, XIX/XX secolo, I-Taranto, in Mastrocinque 1928, p 40: “Fig. 17. – Lavorazione a pelliccia – Manicotto e cappellilno (del Sig. G. Villani) (MS Inventar PB 6).

Manicotto a pelliccia con due ciuffi di bisso su ogni lato, cappellino a pelliccia con una decorazione a forma di piuma sulla parte superiore

Oggetti tramandati in fonti scritte

Calze per la Royal Society London

La prima menzione di un oggetto tessile in bisso marino in Inghilterra risale all’inizio del XVIII secolo: Calze di bisso marino, che John Busby (1765-1857) donò alla Royal Society di Londra il 14 maggio 1719. La barba di fibra della Pinna marina era menzionata già nel 1711. La Royal Society era stata fondata nel 1662 ed è quindi la più antica società erudita – oggi l’Accademia delle Scienze Naturali.

The Journal Book indicates that Hans Sloane presented six select items to the Society on 18 October 1711 from Henry Newton, who had been elected a Fellow in 1709 while he was British envoy to Florence; because the time for his admission had elapsed, he was re-elected for admission on this occasion. His fifth object was ‘The Byssus or Beard of the Pinna Marina’ mentioned by Rondeletius of which the Vestes Byssine and silk of the Antients was made’. […] The Journal Book records that on 14 May 1719 he [John Busby (F.R.S., 1719)] presented the Society with: a Stocking resembling Soft Silk made of the beard of the Shell fish Pinna together with some fragments of the Shell and an Account of it was read. In which by his Own Order at Tarentum in the Kingdom of Naples from the Beards which he Saw taken from Several Shells of a Fish which much frequents that Branch of the Sea leading to the Bay of Tarentum called Mare De Pesco. The Fish is Called by Some of the Inhabitants the Scooda and by others the Parachella.” (Appleby 1997),
(in italiano: “Il Journal Book indica che Hans Sloane presentò sei oggetti selezionati alla Società il 18 ottobre 1711 da Henry Newton, che era stato eletto Fellow nel 1709 mentre era inviato britannico a Firenze; poiché il tempo per la sua ammissione era scaduto, fu rieletto per l’ammissione in questa occasione. Il suo quinto oggetto era ‘Il Bisso o Barba della Pinna Marina menzionato da Rondeletius di cui erano fatte le Vestes Byssine e la seta degli Antichi’. […] Il Journal Book registra che il 14 maggio 1719 egli [John Busby (F.R.S., 1719)] presentò alla Società: una calza simile alla seta morbida fatta con la barba della Pinna marina insieme ad alcuni frammenti della conchiglia e ne fu letto un resoconto. Nel quale per suo proprio ordine a Tarentum nel Regno di Napoli dalle Barbe che vide prese da diverse Conchiglie di un Pesce che frequenta molto quel Ramo del Mare che porta alla Baia di Tarentum chiamato Mare De Pesco. Il pesce è chiamato da alcuni abitanti Scooda e da altri Parachella.”)

Guanti e/o calze per Papa Benedetto XIV

Quasi nessun oggetto storico fatto di bisso marino è menzionato nella letteratura così spesso come un regalo del 1754 a Papa Benedetto XIV (1675-1758): per lo più guanti, a volte calze. La prima menzione viene dallo storico britannico Edward Gibbon (1737-1794) nella sua opera sul declino e la caduta dell’Impero Romano, del 1766: “They were still more intimately acquainted with a shellfish of the Mediterranean, surnamed the silk-worm of the sea: the fine wool or hair by which the mother-of-pearl affixes itself to the rock is now manufactured for curiosity rather than use; and a robe obtained from the same singular materials was the gift of the Roman emperor to the satraps of Armenia” – but only in the footnote 66: “Procopius de Aedif. 1. iii. c. 1. These pinnes de mer are found near Smyrna, Sicily, Corsica, and Minorca; and a pair of gloves of their silk was presented to Pope Benedict XIV.” (Gibbon 1766, reprint 1879, vol. IV, p. 173)
(in italiano: “Erano ancora più intimamente a conoscenza di un mollusco del Mediterraneo, chiamato il baco da seta del mare: la lana fine o il pelo con cui la madreperla si attacca alla roccia è ora fabbricata per curiosità più che per uso; e una veste ottenuta dagli stessi materiali singolari era il regalo dell’imperatore romano ai satrapi dell’Armenia” – ma solo nella nota 66: “Procopio de Aedif. 1. iii. c. 1. Queste ‘pinnes de mer’ si trovano vicino a Smirne, in Sicilia, in Corsica e a Minorca; e un paio di guanti della loro seta fu presentato a Papa Benedetto XIV.”)

Come faceva Gibbon a sapere di questo regalo? Ne aveva sentito parlare nel suo Grand Tour durante la sua visita a Roma nel 1764? Si era convertito al cattolicesimo nella sua giovinezza, anche se poi, meno di due anni dopo, fece marcia indietro. Questo ha portato ad un contatto con il Vaticano?

Gibbon parla così di calze; la menzione successiva, dello stesso anno, parla già di guanti o calze: “Ne fu presentato un paro di guanti o di calze, come una singolarità pregevole, al pontefice Benedetto XIV” (Pagnini della Ventura 1766, Pignotti 1843). Il libro di Pagnini della Ventura si riferisce a un libro di commercio del Medioevo: Pratica della mercatura di Francesco Balducci, intorno al 1340. Chi si riferisce a chi?

Dall’inizio del XIX secolo, si fa riferimento solo alle calze: “Alcune calze di questo materiale furono presentate, nell’anno 1754, a papa Benedetto XIV, e, nonostante la loro estrema finezza, furono trovate per proteggere le gambe sia dal freddo che dal caldo.” (Browne, D.J. 1832: The Naturalist, 275-286)

“Nell’anno 1754 un paio di calze, fatte con esso, furono presentate al Papa Benedetto XV (sic!), che, dalla loro estrema finezza, erano racchiuse in una piccola scatola della dimensione di una per tenere il tabacco da fiuto. (Simmonds 1883, p. 308)

(Simmonds 1883, p. 308) Sulla leggenda delle “calze – o guanti – nella tabacchiera” si veda il capitolo Aspetti artigianali → Ulteriori elaborazioni.

Le fonti scritte ricordano che nel 1754 fu donato al papa Benedetto XIV un paio di calze confezionate a Cagliari col prezioso bisso marino” (Basso-Arnoux, 1916: 5).

… le calze donate nel 1754 a papa Benedetto XIV” (Falconetto 1921, p.145)

En 1754, le pape Benoît XIV se vit offrir une paire de bas confectionné avec ladite matière à laquelle on accordait le mérite de pouvoir préserver aussi bien des inconvénients de la chaleur que des atteintes du froid.” (Algoud, 1930, p. 173)

Von der Feinheit des Materials zeugt die Mitteilung, dass das auf S. 977 erwähnte Paar Strümpfe aus dem Besitz des Papstes Benedikt XIV in einer gewöhnlichen Schnupftabakdose Platz finden konnte” (Anonym 1835), (Brühl 1938, p. 98)

… and in the year 1754 a pair of stockings was presented to Pope Benedict XV (sic!). So fine were they that the gift was enclosed in a silver snuff box.” (Cameron 1961)

In 1754, a pair of sea-silk stockings was presented to Pope Benedict XV.” (Abbott 1972, p. 184)

1745 (sic!) bekommt Papst Benedikt XV (sic!) ein Paar Strümpfe aus Seeseide. Sie sind so fein, dass sie in einer silbernen Schnupfdose Platz finden.” (Berger 1983)
“Nel 1754 fu donato a papa Benedetto XIV un paio di calze fatte a Cagliari col prezioso bisso.” (Carta Mantiglia 1997)

Although it has not been verified, several writers claim that Pope Benedict XV was presented with Pinna byssus stockings in a silver snuffbox during 1754.“Letter of 29 May 1996 from Fr. Josef Metzler, O.M.I., Prefect of the Vatican Secret Archives, disclaiming any personal knowledge of the gift to Pope Benedict XV (sic!)” (Appleby 1997, p. 34, footnote 21), (in italiano: “Anche se non è stato verificato, diversi scrittori affermano che Papa Benedetto XV è stato presentato con calze di bisso Pinna in una tabacchiera d’argento durante il 1754. “Lettera del 29 maggio 1996 di P. Josef Metzler, O.M.I., Prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, che nega qualsiasi conoscenza personale del dono a Papa Benedetto XV (sic!)” (Appleby 1997, p. 34, nota 21))

Indagini nel 2001 in Vaticano presso la direzione dei Monumenti musei e gallerie pontificie e presso la Fabbrica di San Pietro hanno rivelato che non è possibile confermare né la ricezione né la collocazione di queste calze o guanti.

1804: Guanti e manicotto per Emma Hamilton

Un altro oggetto molto citato sono i guanti, che l’ammiraglio Nelson inviò alla sua amante Emma Hamilton nel 1804, durante il suo soggiorno in Sardegna.

Sheltered by Caprera, La Madelena, and Santo Stefano, we find the fine anchorage of Mezzo Schifo; the town of La Madelena, for which we are steering, lying about half a mile south-west of the anchorage. This harbour, named by Lord Nelson “Agincourt Sound,” was his head-quarters while maintaining the blockade of Toulon, from 1803 to 1805. He formed the highest opinion of its position for a naval station, as affording safe and sheltered anchorage, and ingress and egress with any winds. His public and private correspondence at that period shows the importance he attached to its possession, and his anxiety that it should be secured permanently to the crown of England.” (Forrester 1861),
(in italiano: “Al riparo di Caprera, La Madelena e Santo Stefano, troviamo il bell’ancoraggio di Mezzo Schifo; la città di La Madelena, verso cui stiamo navigando, si trova a circa mezzo miglio a sud-ovest dell’ancoraggio. Questo porto, chiamato da Lord Nelson “Agincourt Sound”, fu il suo quartier generale mentre manteneva il blocco di Tolone, dal 1803 al 1805. Ha formato la più alta opinione della sua posizione per una stazione navale, in quanto offre un ancoraggio sicuro e riparato, e l’ingresso e l’uscita con qualsiasi vento. La sua corrispondenza pubblica e privata in quel periodo mostra l’importanza che attribuiva al suo possesso e la sua ansia che fosse assicurato permanentemente alla corona d’Inghilterra.”)

On 18 March 1804, Nelson, on board the Victory, while blockading the French off Toulon, sent Emma Hamilton: a comb, which looks handsome, and a pair of curious gloves; they are made only in Sardinia of the beards of mussels. I have ordered a muff: they tell me they are very scarce, and for that reason I wish you to have them.” (Semeraro 1964, pp. 4-13, Appleby 1997, p. 30),
(in italiano: “Il 18 marzo 1804, Nelson, a bordo della Victory, mentre bloccava i francesi al largo di Tolone, mandò a Emma Hamilton: un pettine, che sembra bello, e un paio di guanti curiosi; sono fatti solo in Sardegna con le barbe delle cozze. Ho ordinato un manicotto: mi dicono che sono molto scarsi, e per questo desidero che tu li abbia.”)

Non è chiaro se Emma abbia mai ricevuto questo manicotto: “Victory, August 20th, 1804. MY DEAREST EMMA, The Kent left us three days ago; …. I have not yet received your muff; I think, probably, I shall bring it with me.” (p. 65: LETTER LII.),
(in italiano: “Vittoria, 20 agosto 1804. MIA CARISSIMA EMMA, Il Kent ci ha lasciato tre giorni fa; …. Non ho ancora ricevuto il vostro manicotto; penso, probabilmente, che lo porterò con me.”)

Tessuti di Italo Diana a Sant’Antioco

Della prima metà del XX secolo sono citati una bisaccia e un saio, entrambi della Scuola di tessitura Italo Diana: “Si sa soltanto che nel laboratorio furono tessute due bisacce di bisso marino per un proprietario di Teulada, un manto per il simulacro di S. Francesco d’Assisi ed un mantello per la Regina.” Lo ricorda anche Emma Diana nella biografia del padre Italo Diana: “un saio per la statua di San Francesco nella Chiesa di Assisi”.”… e una mantella per la Principessa Mafalda di Savoia” (Biografia Italo Diana da Emma Diana 2010). Mafalda (1902-1944) era la figlia del re italiano Vittorio Emmanuele III e di sua moglie, la principessa Elena di Montenegro.

Giuseppe Capecelatro, il grande promotore della seta marina

“Nach Tische wurde das Gespräch über Calabrien und dessen Erzeugnisse fortgesetzt. Der Erzbischof macht mir bei dieser Gelegenheit ein Geschenk mit einem Paar Handschuh von brauner Farbe, deren seidenartigen Stoff ich nicht kannte; erisst Byssus, und findet sich an einem Muschelthiere des Meeres, Pinna marina genannt.” (Von der Recke, 1815)
(in italiano: Dopo la tavola, la discussione continuò sulla Calabria e i suoi prodotti. In questa occasione, l’arcivescovo mi fece un regalo con un paio di guanti marroni, di cui non conoscevo il tessuto serico; si chiama Bisso, e si trova su un animale mollusco del mare, chiamato Pinna marina).

Nella corrispondenza tra Giuseppe Capecelatros e il suo vicario Antonio Tanza, che aveva assunto funzioni episcopali a Taranto, troviamo diversi ordini per oggetti in bisso marino: nel 1802 “una camisciola di lanapinna ed un paio di calzette dell’istesso genere” per un marchese Taccone, nel 1804 quattro paia di guanti da uomo e due paia di guanti da donna “di lanapesce” e dodici “berrettini sfioccati” (? ), nel 1805 sei guanti da uomo e quattro da donna “di lanapinna” – la taglia era allegata come cartamodello – oltre a dodici paia di guanti da uomo” di lanapinna travagliati con qualche maggiore delicatezza” e sei paia di guanti lunghi da donna, che dovevano essere eseguiti con la massima cura perché destinati alla corte di San Pietroburgo (Vacca 1966).

Scialle, arazzi, manicotti, guanti, boa…. from Taranto

“All’Esposizione di arti e manifatture di Napoli del 1853 furono inviati, ad esempio, due lavori in bisso marino provenienti dall’Orfanatrofio S.Filomena di Lecce, diretto dalle suore della Carità. Si trattava di un tappeto quadrato per tavolino, tutto lanapinna, con dei piccoli trapunti in seta agli angoli e di un manicotto. Questi lavori ricevettero dalla giuria dell’Esposizione la medaglia d’oro [Annali civili del Regno delle Due Sicilie, vol.XLVII, fasc.XCVII (set.-ott.1853), pp.80-81; ibid. vol.XLVIII, fasc.CI (mag.- giu.1854), p. 80].
“Il bisso marino è presente anche nella I° Esposizione Sarda, tenutasi a Cagliari nel 1871. Da Michelina Cara di Cagliari furono presentati: bisso serico di pinna marina cardato, filato e pronto a tessere, un quadretto contenente in rilievo due cagnolini sotto un albero, lavoro in bisso serico di nacchera e un boà ed un manicotto fatti con bisso serico di pinna marina e da Marianna Randaccio di Cagliari uno sciallo formato in bisso serico di nacchera. Fra i «Prodotti marini utili in diverse arti e lavori», vennero esposti un esemplare di Pinna squamosa del Mediterraneo, appartenente a Gaetano Cara, Direttore del Museo Universitario di Cagliari e perle bianche e rosse (Atti del Comitato direttivo della prima esposizione sarda, 1871: 147 e 150-151; Carta Mantiglia 2004)

„Nel 1873 per l’Esposizione Universale di Vienna, i membri della Giunta speciale di Terra d’Otranto, cioè Luigi De Simone e Gaetano Passaby di Lecce, il barone Domenico Sebastio di Santacroce di Taranto, decisero l’invio in quella città di alcuni manufatti in lanapinna, la cui materia prima veniva da Gallipoli, Nardò1 e Taranto. La signora Giuseppa Romano-Gatto di Galatone aveva confezionato un boa (lungo m. 4,19), un tessuto (5,25 x 1,00), un manicotto, 4 paia di guanti, una mantella foderata di raso bianco. Quest’ultima fu poi donata dal Passaby all’imperatrice d’Austria. I manufatti provenienti da Taranto, lavorati dalla signora Raffaela Spartera erano: un manicotto, dei polsini ed una mantella, donata alla duchessa d’Aosta“ (de Simone 1873, p.12; D’Ippolito 2004)

Una richiesta al direttore del Museo Wagenburg di Vienna, che conserva la collezione di oggetti personali dell’imperatrice Elisabetta, non ha dato alcuna indicazione su dove si trovi questa mantella foderata di raso bianco: “Che io sappia, non esistono inventari di abiti dell’imperatrice Elisabetta – sarei felice io stesso se una tale fonte fosse disponibile… L’indumento in questione era probabilmente un mantello foderato di seta bianca. La maggior parte degli abiti autentici dell’imperatrice sono nella nostra collezione, ma un mantello del genere non è tra questi“.

1873: Sciallo per la Regina di Spagna, Principessa della Cisterna (1846-1876)

“Tutti gli scrittori locali che, in misura diversa, si sono occupati del bisso marino hanno riferito di un dono della cittadinanza di Taranto alla principessa della Cisterna, consorte spagnola del duca Amedeo d’Aosta, venuta in visita nella città nel 1873. Era uno scialle lavorato dalle monache di S.Chiara, la cui materia prima, cioè i ciuffi di bisso, fu procurata in pochi giorni per volere e a spese del barone Sebastio di Santacroce. Pare che egli volesse impressionare la regina di Spagna con questo elegante dono e tramite esso far conoscere il prezioso tessuto del bisso alla corte spagnola.” (de Vincentiis 1878, Mastrocinque 1928, Bino 1987, D’Ippolito 2004). Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna (1846-1876) fu la prima moglie di Amadeo di Savoia (1845-1890), re di Spagna.

“Nel 1873 uno scialle di bisso fu offerto dalle monache di Santa Chiara alla Regina di Spagna, la consorte di Amedeo di Savoia.” (Trevisani 1929)

Calze e guanti o un berretto per Garibaldi

Si dice che l’eroe del Risorgimento italiano, Giuseppe Garibaldi, abbia ricevuto dalla città di Taranto – o dalla Società Operaia Tarantina? – un berretto e dei guanti di bisso marino. Altre fonti parlano di guanti e calze.

“E dopo Aspromonte a Garibaldi furono dati in dono beretto e guanti di bisso” (Trevisani 1929)

“Presumibilmente negli anni ’80 dello stesso secolo, con uguali intenti, la Società Operaia Tarantina aveva donato a Garibaldi, socio onorario di quel sodalizio, un paio di guanti ed un paio di calze in bisso marino” (Semeraro 1964, pp. 4-132)

Nell’Archivio di Stato di Taranto ho trovato le seguenti informazioni sotto ‘Istituto Talassografico, Fasc. 32’: Lettera del 12 marzo 1934 del Ministero delle Corporazione, Roma al Istituto Demaniale di Biologia Marina, Taranto (più tardi: Talassografico), Oggetto: Museo Civico di Birmingham (Alabama, USA), richiesta Dr. H.E. Wheeler, Direttore del Museo Civico, per una mostra “I molluschi e la civilizzazione”, “ricevere dei campione del guscio, conosciuto col nome popolare di pinna (Pinna nobilis) che si trova lungo di queste sicule e più specialmente nel mare della Provincia di Palermo – e dei filamenti o seta – al naturale – nonque qualche campione di oggetti manufatturati cogli stessi, come guanti, ecc.” Cerrutti rispose il 13 marzo 1934: mandero tutto – “e farò il possibile per ottenere anche qualche campione di bisso lavorato, ben lieto se potrò soddisfare il desiderio del Dr. Wheeler.”

Bisso marino di una fabbrica di tessuti a Monschau

… für besonders feine Tuche und vor allem ein Stück Tuch, gefertigt aus einem Gemisch von feinster Wolle und Pine marine, einem Produkt aus Fäden einer Muschel des Mittelmeeres, dem Byssus der Antike. Von diesem Gewebe erlaubte sich die Firma ein Stück der Kaiserin Mutter als Geschenk anzubieten, das auch angenommen wurde.“ (Barkhausen 1925 p. 141),
(in italiano: “… per i panni particolarmente fini e soprattutto un pezzo di stoffa fatto con una miscela di lana finissima e Pine marine, un prodotto fatto con fili di una conchiglia mediterranea, il bisso dell’antichità. Di questo tessuto la ditta si prese la libertà di offrirne un pezzo all’imperatrice madre come regalo, che fu accettato”.

Zur Ausstellung der Waren in Achen hatte ich geschwind ein par kurze Stückcher blau u. Grün mit Pinne Marine melirt verfertigen laßen; wegen die Kayserinn sich das grüne bey ihrer letzten Durchreise ausgesucht und mit nach Paris genommen hat. Bis jezt hat uns der H. Préfet noch nichts darüber geschrieben, ich hoffe indeßen, daß er für die bezahlung sorgen wird. Wir hatten auch noch einige andere schöne Sachen in Achen und neue Medaillen an Tuch Fabrikanten wären ausgeteilt worden, so bin ich überzeugt, daß wir den Preis davon getragen hätten.
(in italiano: “Per l’esposizione delle merci ad Achen, ho fatto fare in fretta alcuni pezzi corti di blu e verde con Pinne marine; perché l’imperatrice scelse il verde nel suo ultimo viaggio e lo portò con sé a Parigi. Fino ad ora, H. Préfet non ci ha scritto al riguardo, ma spero che si occuperà del pagamento. Avevamo anche altre belle cose in Achen e sarebbero state consegnate nuove medaglie ai produttori di stoffe, quindi sono convinto che avremmo vinto il premio.” (Lettera del 14.8.1813 di Lenzmann che si riferisce all’esposizione commerciale del 1813 ad Aachen, fonte: Mail Ottermann 21.10.2010).

Rita del Bene donò all’arcivescovo di Taranto, mons. Bernardi, insieme a una tovaglia d’altare in tulle e bisso marino, due cuscini in bisso marino intrecciata, un’imitazione di velluto e un altro tessuto ecclesiastico.

Non dimenticate: Ogni piccolo indizio di un possibile oggetto può essere importante! Si prega di segnalare a felicitas.maeder(at)muschelseide.ch. Grazie!