Wandteppich Leo XII
Wandteppich Leo XIII. 2. Hälfte 19. Jahrhundert, Sorelle Marasco, I-Taranto. Privatbesitz (MS-Inventar 66)
Im Mittelfeld aufgestickt mit Goldfaden oben: TARANTO A LEONE XIII DICEMBRE 1887, unten: PER LE NOZZE D’ORO, es fehlt das Mittelstück in Form eines Wappens, Verzierung unten noch vorhanden; Rahmen, von aussen nach innen: Muschelseide a pelliccia, weiss-silberne Kordel, buntes Blumenmuster auf hellbraunem Untergrund (Muschelseide?), zweiter Rahmen Muschelseide a pelliccia, zweite weisssilberne Kordel. 150×130 cm
1888 wurden alle Geschenke zum goldenen Priesterjubiläum von Papst Leo XIII. im Vatikan ausgestellt. Aus dem Guida alle Gallerie dell’Esposizione mondiale vaticana 1888 in Rom:
Rientrando nella sala (N. 4 della Pianta) osserviamo la stupenda collezione di conchiglie mandate dalla Diocesi di Taranto: sono 112 varietà […] Un tappeto tessuto di Bisso, di cui si vestivano i richi antichi. Lo hanno lavorato le signorine Morasco [sic!] per incarico dell’Arcivescovo, ed è l’unico di questa materia che si vede nell’Esposizione.
Und ein anderer Text:
Per l’Epifania del 1887 mons. Pietro Alfonso Jorio, arivescovo di Taranto, pubblicò una “Pastorale per le Nozze d’oro del Sommo Pontefice Leone XIII” nella quale avanzava una serie die proposte per celebrare il Giubileo sacerdotale del Pontefice. A proposito dei doni che la Diocesi avrebbe potuto inviare a Roma, mons. Jorio scriveva: “Oh! Come vorremmo che le nostre ridenti contrade, il nostro mare colle sue conchiglie e colla sua lanapesce, le nostre arti ed i nostri prodotti facessero bella mostra in quelle splendide sale”. I doni provenineti da Taranto, insieme con quelli offerti da altri Paesi, furono messi in mostra alla Esposizione vaticana del 1888, ed in particolare alla collezione di conchiglie, artisticamente disposte in 112 specchietti, fu converito il diploma di medaglia d’argento.
Anonym. 1890. Album dell’esposizione vaticana con descrizione ed illustrazioni dei doni offerti dal mondo cattolico al Santo Padre Leone XIII nel suo giubileo sacerdotale, Roma: Antonio Marini, p. 280:
„L’Archidiocesi di Taranto offri per le nozze d’oro i seguenti doni: … Da un mollusco si raccoglie il Bisso, di cui si vestivano i ricchi antichi: anche oggi si raccoglie e si lavora con molta spesa. Le signorine Marasco, per commissione di S.E. Rev. l’Arcivescovo, hanno lavorato uno stupendo tappeto: è proprio riuscito e fece grande risalto nell‘ Esposizione, perchè è unico in questo genere. Si è teso in una ricca cornice; in mezzo si è lavorato lo stemma del Papa ed a lettere di oro, questa scritta: Taranto a Leone XIII, per le Nozze d’oro.“
„Anche il gran tappeto con stemma papale di Leone XIII, che l’Archidiocesi di Taranto regalò a quel Pontefice nel 1886 nella ricorrenza del sui giubileo sacerdotale e che, esposto all’esposizione vaticana di quell’anno, richiamò l’attenzione di tanti dotti visitatori, aveva lo stesso scopo!“ (Mastrocinque 1928, p. 11)
„Nel 1886 Taranto regalò un gran tappeto con lo stemma papale al Pontefice Leone XIII.“ (Trevisani 1929, p 625)
„lavori artistici eseguiti in bisso dal come di Taranto: … un tappeto tutto
avorato in bisso donato al Papa Leone XIII… (Villani 1947/48, p. 13) Parenzan 1959, p. 196: „… e l’Arcidiocesi di Taranto donò al Ponteficio Leone XIII un grande tappeto di bisso, in occasione del suo giubileo sacerdotale.“
Acquaviva 1980, p. 48: „Anche un tappeto che nel 1886 la nostra Diocesi offrì a Leone XIII, come racconta Beniamino Mastrocinque era stato lavorato con il bisso“
D’Ippolito 2004. Nel 1886 l’arcivescovo di Taranto, mons. Pietro Iorio, in occasione del giubileo sacerdotale di papa Leone XIII, fece confezionare ed inviò a Roma un grande tappeto in bisso marino recante al centro lo stemma papale. Il pregevole manufatto fu messo in mostra all’Esposizione Vaticana tenutasi lo stesso anno, ottenendo il favore e l’ammirazione del pubblico dei visitatori1, ma non vi furono ripercussioni di altro tipo, nel senso di una ricaduta in termini di incremento dell’artigianato locale, come, forse, l’arcivescovo e la città avevano sperato. (D’Ippolito 2004)
Nachfragen 2001 im Vatikan bei der Direktion Monumenti musei e gallerie pontifiche und bei der Fabbrica di San Pietro ergaben, dass der Eingang des Objekts zwar bestätigt wird, der Verbleib jedoch nicht bekannt sei. Dank der Homepage des Projekts Muschelseide gab sich der jetzige Besitzer zu erkennen.